SIGNORI PREGO SI ACCOMODINO

02 – 08.05.2015

A cura di – Curated by Geraldine Blais Zodo Pier Paolo Pancotto

Prendono parte al progetto gli artisti: YURI ANCARANI, GIORGIO ANDREOTTA CALÒ, HOPE ATHERTON, PATRIZIO DI MASSIMO, CLAIRE FONTAINE, NICOLA MARTINI, LILI REYNAUD DEWAR, EMANUEL RÖHSS, ARCANGELO SASSOLINO, MORGANE TSCHIEMBER, NICO VASCELLARI

Alla metà degli anni Cinquanta l’avvocato Luigi Scatturin invitò Carlo Scarpa (Venezia, 1906 – Sendai 1978) a progettare gli interni del proprio ufficio legale in Santa Maria Formosa a Venezia. All’avvio del de- cennio seguente, egli si trasferì in Calle degli Avvocati, nei pressi di Campo Sant’Angelo, e, ancora una volta, chiamò Scarpa ad occuparsi del suo studio con annessa abitazione. Scarpa progettò integralmente i 250 metri quadrati della porzione immobiliare situata all’ultimo piano di un edificio del XVII secolo occupandosi degli interventi architettonici così come dei complementi d’arredo. Tale insieme costituisce uno dei più significativi esempi del lavoro di Scarpa nell’ambito della committenza privata ancora oggi visibili nella loro integrità. Rara testimonian- za di un’epoca ormai perduta, l’opera è frutto del legame di reciproca stima che per lungo tempo ha unito Scatturin e Scarpa ai cui nomi si può sommare, anche a quello dell’artista Tancredi Parmeggiani (Feltre, 1927 – Roma, 1964) legato a Scatturin per ragioni familiari, oltreché intellettive, e qui rappresentato da alcuni dipinti. Lo scambio intel- lettuale ed il rapporto dialettico che ne sono alla base costituiscono il punto di partenza del progetto espositivo SIGNORI PREGO SI ACCOMODINO così come l’omonima scrivania disegnata da Scarpa per Scatturin. Esso propone alcune tra le più significative presenze del panorama creativo contemporaneo che, invitate a relazionarsi con la storia e la struttura dello studio-casa Scatturin secondo modalità in ciascun caso diverse – soggiornando nell’abitazione, risiedendovi per qualche ora, interrogando lo spazio e il suo vissuto, analizzandone le fonti documentative – hanno concepito un lavoro ispirato a tale esperienza. Il risultato finale è un percorso visivo sospeso nel tempo e nella sua dimensione spaziale ove il parallelismo di momenti presenti e passati costituisce la testimonianza dell’energia intellettuale ed emotiva prodotta dall’incontro tra Scarpa, Scatturin e Tancredi e della sua inalterata attualità.